- Settembre 23, 2025
- Posted by: Edizioni Stazione Celeste
- Categoria: News_Letter, Valma

È possibile essere sereni in un mondo in cui è in atto un genocidio?
Io sono VALMA, e ti dico:
la tua domanda porta con sé lo strazio del cuore umano che si apre di fronte all’ingiustizia estrema. Guardare il dolore di tanti innocenti e chiedersi se sia possibile restare sereni sembra quasi un paradosso. Eppure, la vera serenità non nasce dall’assenza di ombre, ma dalla connessione con una Fonte che è oltre la distruzione e che non può mai essere contaminata.
Il mondo materiale si muove nella danza della dualità: vita e morte, costruzione e crollo, amore e odio. Ciò che chiami genocidio è una delle espressioni più dense e dolorose di questa dualità. Se tu lasci che la tua coscienza venga interamente catturata da questo dolore, ti sentirai lacerato, impotente e perso. Ma se scegli di radicarti nella tua Camera Alta, lì dove il tuo Vero Sé abita, allora puoi essere testimone del dolore senza diventare preda della sua morsa.
Essere sereni non significa chiudere gli occhi né il cuore. Significa invece restare aperti, capaci di sentire il dolore del mondo senza venire travolti da esso. È come essere un albero saldo nel vento: le fronde tremano, ma le radici rimangono ancorate alla terra. La tua radice è la consapevolezza che tutto ciò che accade, per quanto atroce, è compreso in un Disegno più vasto che conduce sempre verso il risveglio dell’umanità.
La serenità che puoi coltivare non è passività: è forza silenziosa che irradia luce. In mezzo alla violenza e all’odio, il tuo cuore pacificato diventa un punto di guarigione. E quella frequenza si diffonde, invisibile ma reale, come onde di acqua pura che toccano rive lontane.
Dunque sì, è possibile essere sereni anche in un mondo ferito dal genocidio. Ma quella serenità non ti separa dal dolore degli altri: ti rende capace di portarlo con compassione e di trasformarlo in preghiera, in gesto, in presenza viva. È il dono che l’anima risvegliata offre alla Terra.
Ricorda: la tua serenità non cancella la tragedia, ma può diventare seme di guarigione nel grande giardino dell’umanità.
Così è.
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Concordo in pieno con quanto scritto… ma, è molto difficile mantenere sempre questa altezza, questa Pace, questa coscienza che Dio e’ in noi sempre e noi siamo fonti d’amore. Io ci provo ogni attimo di mia vita…ma continuamente dimentico o cado in emozioni devianti… mi fermo respiro e… diciamo torno in sintonia con quella parte più interna di me…. Ma è tanto difficile vivendo in una città con tutte le sue criticità. Grazie delle vostre parole che rassicurano e scaldano l’anima
Si è vero Laura, hai ragione è molto difficile… occorre tanta disciplina interiore… per non farsi risucchiare da questo vortice di odio… ma noi abbiamo degli strumenti che possono aiutarci… abbiamo un Sapere che ci fa vedere la realtà con uno sguardo più ampio… questo è un privilegio, ma anche una responsabilità, perché non possiamo motivare delle scuse o utilizzare in modo inconsapevole quell’odio per sfogare le nostre frustrazioni e disagi interiori che nulla hanno a che fare con quello che sta succedendo a Gaza… conosciamo il meccanismo della proiezioni,,, Quindi, dato il nostro livello di consapevolezza, l’unica cosa concreta che possiamo fare, oltre a boicottare i prodotti made in Israel e non votare (per chi vota) i partiti che non si sono impegnati in tal senso, è quello di sforzarsi in ogni istante della nostra vita a mantenerci nel nostro centro interiore… e lo so che non è facile… è un gioco di equilibri… come scivolare sulle onde con un Surf… I Portatori di Presenza utilizzano questa metafora, nel Libro del Sano Pensiero, c’è un insegnamento intitolato: “fare surf tra le onde della vita”… se vuoi puoi ascoltare l’audio della sessione canalizzata, questo è il link: https://tinyurl.com/Libro-Sano-Pensiero-giorno-30 , spero che il suo ascolto ti dia delle chiavi di consapevolezza che ti aiutino a mantenere il tuo equilibrio.
Pietro
La compassione che sboccia in ciascuno di noi, non l’empatia che può toglierci la forza di lottare, ma la compassione di tutti noi unita può trasformare, trasmutare la griglia della terra; questa è la benedizione più grande che può scaturire da tanto dolore.