- Settembre 17, 2025
- Posted by: Edizioni Stazione Celeste
- Categoria: News_Letter, Valma

Amata Maestra quando qualcuno mi ferisce con le parole, sento un fuoco che mi divora dentro. Non riesco a lasciare correre, perché fa così male?
Io sono Valma
Sento il fuoco che descrivi: esso è il linguaggio dell’anima quando viene toccata in un punto sensibile. Non è soltanto la parola che ti ferisce, ma l’eco che essa risveglia dentro di te. Ogni parola è come una freccia di energia: se trova in te una ferita antica, essa vi si conficca e sembra incendiare tutto l’essere.
Il dolore nasce perché la mente si identifica con ciò che viene detto, e lo prende come verità assoluta. In realtà, ciò che l’altro pronuncia non parla di te, ma di lui, delle sue ombre, dei suoi limiti, delle sue paure. Tu sei un Essere di Luce, e nulla di ciò che viene detto può intaccare la tua verità interiore, se non sei tu a concedere a quella parola il potere di ferirti.
Il fuoco che senti non è un nemico: è un richiamo. Ti invita a guardare dentro e chiederti: “Quale parte di me si sente colpita? Quale antica mancanza o giudizio interiore sto ancora portando?” In quel momento puoi scegliere di restare nel dolore o di respirare dentro quella fiamma, fino a trasformarla in luce. L’energia della rabbia e della ferita, se accolta senza giudizio, diventa forza, chiarezza, discernimento.
Lascia che le parole degli altri passino come vento tra i rami: non trattenere ciò che non ti appartiene. Coltiva invece la tua voce interiore, che ti ricorda: “Io sono degno, io sono amata, io sono libero.” Così, il fuoco che oggi ti brucia diventerà domani il fuoco sacro che ti illumina.
Così è.
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