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Prime pagine di “ALCHIMIA” di Paul Selig

 

Paul Selig, acclamato channeler e autore di fama internazionale, ancora una volta si è messo al servizio per condurci in un vero e proprio percorso alchemico. In un’epoca di profonda incertezza, dove le vecchie strutture crollano e il futuro si rivela nebuloso, le Guide del Verbo, attraverso la sua voce, ci invitano a dire “sì” all’incertezza, consapevoli che il sentiero davanti a noi si illuminerà proprio nel momento in cui lo percorreremo.

Alchimia – il secondo volume della trilogia Oltre il Conosciuto – non è solo un libro, ma un’esperienza trasformativa. Le parole canalizzate da Selig risuonano con una potenza che va oltre la semplice lettura, invitando il lettore a un’alchimia personale: la trasformazione del piombo della paura e dell’incertezza, nell’oro della consapevolezza e della realizzazione.

Le Guide ci spingono a superare le limitazioni autoimposte, a riconoscere il nostro potenziale creativo e a manifestare una realtà in linea con la nostra vera essenza, dove l’ignoto
non è un abisso da temere, ma un terreno fertile per la scoperta del Vero Sé.

Se senti la chiamata a un risveglio interiore, se sei pronto a lasciare andare le vecchie narrazioni e ad abbracciare il nuovo che risuona a una vibrazione più elevata, questo libro è la tua porta d’accesso.

 

 

Introduzione

Primo giorno

Perché vi chiedete: “Che ne sarà di me?”, “Cosa accadrà un giorno?”, “Come farò a saperlo?”, “Cosa dovrò fare se…?”, quando il momento che state vivendo è l’unico che potete davvero conoscere? Tutto il resto è congettura, poco più che un’idea. È nel momento presente che si presenta l’opportunità di crescere, di imparare. E ogni momento offre la possibilità di conoscere la presenza del Divino, che è sempre qui – evidenziare “sempre”. Non esiste mai un momento senza la presenza del Divino, anche se la vostra disponibilità a riconoscerla, attraverso la personalità, il personaggio, l’identità, può essere attenuata dalla paura, dall’idea che avete di ciò che è, e dall’importanza che attribuite a un risultato che non si è ancora manifestato.

Ognuno di VOI, qui, a modo suo, è venuto per essere cantato con una nuova voce. È un termine nuovo, ma importante – essere cantato con una nuova voce – al di là dell’eco o dell’effetto residuo della personalità, che con tanta determinazione avete creduto di dover essere. Ora, lo smantellamento della persona è un processo, e non consideriamo la personalità un errore. Ne avete una, è vostra, ma non siete voi. E questa è la chiave dell’insegnamento – ne avete una, è vostra, ma non siete voi. E l’affermazione che fate – “Io so chi sono” – diventa un decreto di verità, se compresa per ciò che è sempre stata: l’annuncio dell’essere. Potete dirlo così: Io sono venuto.

La realizzazione – il cammino verso la realizzazione – non è solo un processo, è un’opportunità per smantellare la personalità. Ma comprendere che cos’è la personalità, e perché ci investite così tanto, sarà fondamentale per voi. Alla nascita vi è garantito il sangue nelle vene, un cuore che batte, e una mente capace di conoscere. Nient’altro vi è garantito. Non vi è garantita la pace, né una casa amorevole, né il cibo sulla tavola. Non vi è garantito un matrimonio, né una carriera. Credete di dover avere queste cose, ma non vi sono garantite, né sono il motivo per cui siete nati. Voi siete venuti per realizzare – attraverso incontri, opportunità, forse ostacoli – la verità di chi e cosa siete, che esiste al di là del guscio, al di là della maschera della personalità che avete identificato come voi stessi.

Ora, poiché state scegliendo di nascere – e, in verità, lo avete scelto – dovete comprendere che il Vero Sé che voi siete, che sa chi è, rivendicherà sempre l’opportunità di crescita che gli si presenta. Alcuni di voi, al momento della nascita, decidono che lasceranno una testimonianza della vita vissuta. Siete venuti per un motivo specifico, per portare alla luce una qualità specifica, per conoscere il Sé attraverso determinati incontri. E dovete comprendere che ognuno di voi, nel suo modo unico, contribuisce al Tutto per la natura stessa della sua presenza qui.

Quando il Divino informa ogni aspetto del Sé, ogni aspetto del Sé viene chiamato all’esistenza in una forma più elevata. Avviene una transizione, e ciò che pensavate di essere viene davvero rilasciato, per lasciare emergere la verità della vostra espressione:

Io sono venuto. Io sono venuto. Io sono venuto.

Lo smantellamento della personalità, pur essendo un processo, è in realtà fonte di gioia, una volta compreso che tutto ciò che state lasciando andare è un’idea di chi siete stati, di ciò che vi è stato detto di essere, di ciò che pensate di essere e di ciò che credete avreste dovuto essere. Idee semplici, ma così cariche, così condivise e accettate, da avervi appesantito. E la prova di questo è l’accordo vibratorio su cui basate la vostra esperienza. Voi basate la vostra esperienza sull’accordo con l’ottava bassa a cui vi siete allineati, e la conferma di ciò si manifesta in tutto ciò che vedete. Il livello di accordo vibratorio a cui siete giunti, vi viene sempre fatto conoscere attraverso ciò che vedete, come lo vedete e come lo interpretate.

Per “accordo” intendiamo quello della musica – a-c-c-o-r-d-o – come l’accordo su un pianoforte. Dato che ora siete intonati su un accordo collettivo – una specie che invoca una realtà – potete comprendere che tutto ciò che viene rivendicato è reclamato dal collettivo per crescere attraverso di esso. Questo potrebbe non essere sempre evidente, ma è sempre così.

Ora, potreste attrarre una lezione difficile. Potreste scegliere la difficoltà per poterci crescere attraverso. E finché continuerete a forzare le cose – il piano dell’ego, il mandato della personalità, la scelta di essere ciò che dite di dover essere, in contrasto con la vostra vera natura – la accettazione del vostro chiaro consenso alla lotta amplificherà ciò che vedete. L’umanità ha rivendicato una grande lotta: la grande negazione del Divino si è affermata come lotta. Ma quando il Divino verrà ri-conosciuto in qualsiasi circostanza, questa lotta si dissolverà.

Ognuno di voi decide individualmente cosa può rivendicare al di là del collettivo. Ma le vostre idee su ciò che può essere rivendicato sono completamente informate dal collettivo, e il collettivo stesso testimonia la credenza nella separazione che ha accumulato nel tempo.

Mentre vi trasmettiamo i nostri insegnamenti, cantiamo per voi. E la voce con cui cantiamo non è la voce di Paul, ma la voce di Paul tradotta da un’ottava più alta. In altre parole, il veicolo attraverso cui cantiamo è già in grado di cantare con il nostro linguaggio e tono. In effetti, ciascuno di voi viene riarticolato proprio in questo modo. Ma mentre questo accade, la negazione del Divino, di cui siete partecipi, vi viene mostrata chiaramente dandovi l’opportunità di rilasciare quell’aspetto del vostro sé che definirebbe il sé come “separato dalla sua Fonte”.

Il decreto che ora vi offriamo – “La verità è qui, io sono nella verità, sono riconosciuto nella verità e conosco nella verità” – contrasterà molte cose. Allinearsi alla verità, accettare di essere verità, significa accordarsi per essere il Vero Sé a costo delle evidenze contrarie. E con questo intendiamo ogni cosa che ha deciso che non può appartenere a Dio, che non apparterrà a Dio e che non potrebbe mai appartenere a Dio. Quando vi trovate di fronte a un’ombra, potete guardare nell’ombra, ma dovete comprendere che, anche nell’ombra, c’è luce che la permea. Ciò che crea l’ombra è la negazione della luce, ma poiché la luce è in tutte le cose, la luce deve includere anche l’ombra. Quindi, non c’è nulla al di fuori della luce, se non ciò che vi è posto.

VOI siete un organismo. Funzionate come un organismo. Il cuore batte nel petto, gli occhi nella testa vedono, respirate con facilità o con fatica, ma restate un organismo. E avete identificato questo organismo attraverso la forma, giustificando tutto ciò che vedete per creare, a partire dalla forma, ciò che pensate vi occorra. Credete che il vostro benessere dipenda dalla vostra condizione nel mondo, dalla misura del vostro successo, dalla stima di voi stessi basata sulle opportunità di trarre dei benefici personali. Vi attribuite un valore sulla base dei vostri ornamenti – le cose che possedete e che ritenete preziose – e lo fate negando la Fonte di tutto questo.

Quando comprenderete che nulla esiste al di fuori di Dio, e che anche la forma che avete assunto è di Dio, l’organismo che siete inizierà a trasformarsi e a muoversi in accordo con ciò. L’enfasi posta dalla cultura spirituale sulla “manifestazione” (nota: la capacità di saper attrarre le cose che si desiderano, ndt.) è in realtà un segno della confusione che ancora nutrite riguardo a chi e cosa siete. Il desiderio di accumulare oggetti, reddito, idee di successo, ha creato un Dio che lavora nel commercio, un Dio che oggettifica e che dovrebbe offrirvi solo ciò che pensate di dover ricevere. Ma così facendo negate la presenza del Creatore che è in tutte le cose.

Chi pone il mendicante al di sotto dell’uomo ricco ha commesso un’eresia. E la commette anche chi decide che una catapecchia non abbia alcun valore e si debba vivere in un castello. Pensate che il castello sia simbolo di successo, ma siete voi ad aver definito “successo” il poter vivere in un castello, anziché vivere in accordo con il Sé Divino, che attrarrà a voi solo ciò di cui avete veramente bisogno.

Questo non esclude la ricchezza, ma qui non si tratta né di ricchezza né di povertà. Si tratta semplicemente di manifestazioni della coscienza: idee rese forma, attraverso cui vi aspettate di imparare. Quando incarnate la mancanza, create l’opportunità di imparare attraverso la mancanza. Ma questo non vi rende inferiori rispetto a coloro che nascono nella ricchezza, né significa che dobbiate dimostrare il vostro valore accumulando beni. Credere questo equivale a entrare in collusione con un sistema che misura ciò che è degno in base al reddito o al guadagno materiale.

I nostri insegnamenti hanno sempre riguardato il Sé Divino, l’organismo nella sua totalità, il chi e il cosa espressi come Divino in una nuova articolazione – il Sé Cristico, se preferite –  che ha preso forma. Ora, il Sé Cristico non cerca approvazione, non cerca gloria, né sceglie di nascondersi sotto una roccia osservando soltanto ciò che è sotto di lui, senza mai volgere lo sguardo al cielo. Il Sé Cristico è, infatti, incarnato come forma. Notate bene: non “in forma”, ma “come forma”. E poiché il Sé Cristico incarnato come forma ha una propria esperienza vibratoria, il suo ripristino ha effetto sull’organismo di cui fa parte e che voi chiamate “mondo”.

Ogni aspetto di voi proviene da un’unica Fonte. Tutto ciò che vedete ha origine da un’unica Fonte. E tutto ciò che potete immaginare non può trovarsi al di fuori di quella stessa Fonte. Perciò, le vostre percezioni individuali – “Io sono Justine”, “Io sono Eric”, “Io sono Arthur”, “Io sono Jane” – sono semplicemente modalità attraverso cui il sé comprende se stesso in forma singolare, pur rimanendo in una realtà di pluralità. “Io sono Jane e appartengo a Dio”. “Io sono Eric e appartengo a Dio”. “Io so chi sono. So cosa sono. So come servo”.

Una benedizione – una grazia, se preferite – rivolta a un altro essere significa realizzare e sapere chi egli è, a prescindere da ciò che potrebbe decidere di essere. “Io sono Eric il milionario”, “Io sono Jane la povera” sono semplici maschere, costruite in accordo con la collettività, a cui è stato attribuito un significato. Ma conoscere davvero Eric o Jane significa vederli oltre la struttura che la personalità ha trasformato in forma, o con cui si è identificata, e riconoscerli per ciò che sono sempre stati: provenienti dalla stessa Fonte.

Una volta compresa la pluralità, il Divino che voi siete, quale Fonte del vostro stesso essere, diventa un “noi”. E, questo “noi”, nell’espressione che lo manifesta, include ogni cosa che incontrate, perché la vibrazione che siete riconosce se stessa in tutto ciò che incontra. Il Divino, che è venuto come ognuno di voi, cercherà di affermarsi in un modo nuovo, in un nuovo canto. E il suono del vostro canto, nel suo eco, nella sua espressione, nel suo annuncio – “Io sono venuto, sono venuto, sono venuto” – trasformerà non solo voi stessi, ma anche il paesaggio che vi circonda.

I nostri identificatori – il modo in cui riconosciamo chi e cosa siamo – hanno poco a che fare con ciò con cui voi vi identificate. Pur sapendo chi siamo, il nostro “chi” inteso come organismo o un’idea, proprio come lo intendete voi  non è predeterminato dalla nascita e dalla morte perché ci sperimentiamo nell’eterno adesso, e nella Camera alta, da dove vi insegniamo, l’eterno adesso è sempre presente.

Paul sta interrompendo: “Voi risiedete nella Camera?”. In realtà, la Camera Alta è per noi uno stadio intermedio in cui posiamo incontrarvi. Esistiamo al di là di essa, ma veniamo qui a insegnare affinché l’umanità, nel suo risveglio, possa assumere il posto che le spetta come residente della Camera Alta. Per cui è stato riservato un posto per ciascuno di voi, affinché possiamo incontrarvi qui attraverso Paul, e mentre insegniamo dalla Camera Alta, mentre cantiamo per voi affinché possiate udirci, rivendichiamo ciascuno di voi nel riconoscimento di ciò che potete conoscere. Poiché conosciamo noi stessi oltre il tempo, oltre la forma, oltre le categoria, oltre il lignaggio, oltre gli identificatori a cui l’umanità si appiglia – “Dimmi dove sei nato, dimmi l’origine della tua stirpe, dimmi il tuo nome, affinché io possa capirti…” –  noi per comodità possiamo offrirvi dei nomi. Potete chiamarci così o cosà, ma ciò che noi esprimiamo è in realtà al di là del nome, e al di là della sua esigenza, perché nella pluralità c’è solo Unione. C’è solo l’Uno.

Cosa potete sapere riguardo al processo in cui intendiamo condurvi? Il processo che descriviamo, attraverso lo smantellamento del vecchio, è una liberazione dalla dipendenza da tutte quelle cose che avete usato per definire voi stessi. Comprendete bene: abbiamo detto dipendenza. Pensate alle scarpe, o un calzascarpe… significa non avere più bisogno delle scarpe, ma poter scegliere comunque di indossarle. Non avete mai avuto bisogno del calzascarpe, non l’avete mai usato, quindi viene lasciato andare, o riadattato per qualche altro scopo.

Tutto ciò che incontrate, qualsiasi cosa vista o conosciuta, è in accordo con voi. I descrittori che usate per il vostro sé, i vostri identificatori, sono sempre allineati a una forma esistente – “Lei è troppo magra”, “Lui è troppo grasso” – vi confrontate sempre con un soggetto che usate come punto di riferimento o metro di misura. Una volta che togliete  il metro di misura, lei semplicemente è, lui semplicemente è. E, una volta che lui semplicemente è, senza l’idea di ciò che dovrebbe essere, può finalmente essere chi veramente è.

Tutto ciò che incontrate, qualsiasi cosa vediate o conosciate, è in accordo con voi. I descrittori che usate per definire il vostro sé, gli identificatori personali, sono sempre in accordo con una forma preesistente – “Lei è troppo magra”, “Lui è troppo grasso” – vi confrontate sempre con un soggetto che usate come punto di riferimento o come metro di misura. Ma una volta che il metro viene lasciato andare, lei semplicemente è, lui semplicemente è. E, una volta che lui semplicemente è, senza l’idea di ciò che dovrebbe essere, può finalmente essere chi è veramente.

Anche gli identificatori legati alla personalità operano in modo simile. “Sono un’idea di me stesso” dovrebbe essere il modo in cui vi presentate a ogni festa: “Ciao, piacere di conoscerti. Sono un’idea di me stesso.” “È un piacere conoscere l’idea che hai di te stesso. Forse troveremo qualcosa di cui parlare.” In verità, è proprio così che vi incontrate. “Guarda quel giovane. Mi piacerebbe conoscerlo meglio.” “Guarda quella donna laggiù. Vado a nascondermi dietro il buffet , così non verrà da me” La vostra idea di chi siete, o di chi sono gli altri, predetermina l’incontro, predefinendo l’accordo o il disaccordo.

Ora, pur non essendoci nulla di sbagliato nell’aspetto esteriore, o nel comprendere la personalità come un’idea astratta che è stata rivendicata come forma nel rapporto con gli altri, l’errore avviene quando fate affidamento su queste cose come se fossero la vostra vera identità. Il giovane un giorno sarà vecchio. La donna che sembrava venirvi incontro stava in realtà dirigendosi verso il tavolo degli snack. Vi siete nascosti per nulla. La persona che credete di essere, e che pensavate dovesse trovarsi altrove, forse si sarebbe espressa al meglio proprio lì, restando dov’era.

Quando assumete il Vero Sé e venite assunti da esso, la codifica della personalità come trattato, come mandato per l’interazione, viene rilasciata a favore di una vera interazione, di un vero interscambio. Smettete di essere un’idea di voi stessi e diventate l’espressione del sé come Monade, o Vero Sé, o come il Cristo che è venuto attraverso di voi.

Ora, il Sé Cristico, che sa chi è, non teme, non giudica, non coltiva vanità, e afferma la propria rilevanza in ogni accordo. Il Cristo è rilevante in ogni accordo, il che significa semplicemente che è presente e in accordo con ciò che incontra.

Paul sta interrompendo: “Per favore, definite il Cristo.” Il Cristo, come lo insegniamo, è quell’aspetto del Creatore che può e vuole realizzarsi nella forma – ed è questo che stiamo insegnando. La vera espressione oltre la personalità, il Sé autentico, può essere chiamata con molti nomi. Il termine “Cristo”, la parola “Cristo”, è stata così mal interpretata che ora è necessario ripristinarne il vero intento. Per questo integriamo la parola, e l’azione del Cristo, che è rivelazione, trasformazione, assunzione e ricordo dell’Unione, e l’azione che si compie quando si sa chi si è. È colei che arriva alla festa e dice: “Io sono venuta. sono venuta. sono venuta.” E, in quel ricordo di chi è, rimembrerà il ricordo anche tutto ciò che incontra.

“Che cos’è il ricordo?” –  potreste chiedervi. Molto semplicemente, il ricordo è la conoscenza del Divino intrinseco che esiste oltre la persona, oltre ciò che vi è stato insegnato o che cercate di vedere per confermare l’idea che avete di chi pensate di essere. Ognuno di voi, qui, che ascolta queste parole, ha assunto un tono in vibrazione presumendo di essere diverso da ciò che è.
Quando smettete di presumere di essere altro da ciò che siete, vi rivelate come ciò che siete sempre stati.

I nostri insegnamenti, in questo libro, riguarderanno l’Unione.
E ora vi diamo il benvenuto all’introduzione del libro nell’Amore.
Grazie per la vostra presenza.

Siamo qui. Siamo qui. Siamo qui.

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Continua…

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